Meglio un mutuo a tasso fisso o variabile? Perché? Tutti i pareri e le info

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Chi oggigiorno non ha mai sentito parlare del mutuo? Ebbene soprattutto per raggiungere determinati scopi, come ad esempio il più noto è l’acquisto di un bene immobile, si dimostra a dir poco necessario accenderne uno. Logicamente tutto andrà a stabilirsi alla base di una lunga serie di requisiti.

Accendere un mutuo, quindi, è un’operazione non sempre facile o immediata ma con i giusti presupposti, enti di credito specializzati e società bancarie potranno concederlo al fine di ottenere la somma necessaria per il proprio obiettivo.

Nel seguente articolo vorremmo quindi introdurre l’argomento del mutuo nelle sue caratteristiche essenziali e valutare successivamente l’entità del tasso di interesse. Fisso o variabile? Dove stanno le reali differenze? Quale scegliere tra i due? Se siete curiosi di scoprire qualche dettaglio in più non perdiamo altro tempo e cominciamo subito!

Cosa occorre per fare richiesta di un mutuo.

Così come avviene per la domanda di un prestito personale, fare richiesta per l’accensione di un mutuo necessiterà di alcuni criteri essenziali che l’ente di riferimento prenderà in esame al fine di accordare o no la somma richiesta.

Prima di elargire un responso, sarà quindi importante per la banca, ad esempio, valutare la situazione economico-finanziaria del potenziale cliente e constatare la credibilità creditizia che ha da offrire con lo scopo di poter avere la capacità di restituzione e quindi del rimborso della somma erogata.

Un altro aspetto che verrà preso in considerazione è la mancata registrazione alla CRIF, ovvero alla banca dati generale dove vengono segnalati i cosiddetti “cattivi pagatori”. 

il primo passo per ottenere un mutuo è l’attestazione di un reddito mensile che confermi una buona credibilità creditizia.

Proprio il reddito, e quindi l’introito mensile, è il principale criterio di valutazione ma non è solo il contratto di lavoro a tempo indeterminato ad aver valore. Lo avranno infatti anche il cedolino della pensione o l’attestazione del percepimento di una specifica somma data da un proprio patrimonio immobiliare. Per intenderci, se possediamo un immobile e ne ricaviamo denaro tramite affitto, per la banca sarà una dimostrazione di reddito altrettanto valida.

ALTRI REQUISITI:

  • Età maggiore di 18 anni. 
  • Cittadinanza italiana o permesso di soggiorno in corso di validità..
  • Rientrare nel limite di età definito dalla banca o dalla società finanziaria. 
  • Requisiti lavorativi. 

E la documentazione necessaria? Cosa andrà esibito al momento della domanda per l’accensione di un mutuo?

Se i requisiti di base sono essenziali, lo saranno altrettanto e corrispettivi documenti. Ecco in elenco quelli comuni richiesti quando si desidera accendere un mutuo:

  • Stato civile.
  • Certificazione di nascita.
  • Somma complessiva dei bene patrimoniali.
  • Se il caso, certificato di matrimonio o separazione. 
  • Per la richieda dell’acquisto di un immobile, documenti che ne attestino la planimetria.
  • Modello 4 o 240.

Che succede se viene concesso un mutuo?

Come è ben chiaro, il mutuo andrà comunque saldato alla banca o all’ente che lo concede. Per tale motivo, una volta accordato, sarà stipulato non solo in contratto ma anche un vero e proprio piano di rimborso che per lo più si identifica con le rate mensili.

Le rate mensili di un mutuo, non contengono solo la quota capitale, ma includono anche vari costi accessori e la quota relativa ai tassi di interesse da versare. Nel complesso, la somma verrà stabilita sulla base di un’analisi accurata da parte dell’ente finanziario, che tenendo in considerazione il reddito mensile del richiedente potrà quindi calcolare un equa richiesta di rimborso senza pesare sul reddito familiare.

TAN e TAEG. Che cosa sono?

Prima di analizzare più da vicino cosa si intende per tasso fisso e tasso variabile, sarà di certo necessario capire che cosa siano questi due indici di costo sempre presenti quando si farà richiesta di un mutuo.

Il TAN è (Tasso Annuo Nominale) corrisponde al tasso annuo di interesse che viene applicato al mutuo al netto dei costi accessori e delle commissioni.

Il TAEG è (Tasso Annuo Effettivo Globale) nonché l’indice che più influisce nella spesa, è espressa in percentuale annua quindi vale 12 mesi. Si riferisce al costo totale del finanziamento e comprendere in pratica tutti i costi aggiuntivi come ad esempio:

  • Costi di istruttoria.
  • Spese di apertura e gestione della pratica.
  • Costo delle assicurazioni.
  • Rimborso del capitale.

Ogni contratto, chiaramente, prevede delle ulteriori diciture sulla base del tipo di accordo stipulato tra le parti.

Mutuo con tasso di interesse fisso.

Volendo finalmente analizzare la prima tipologia di tasso di interesse, possiamo dire che il tasso fisso non è altro che una soluzione scelta per mantenere in modo stabile e sempre uguale il costo corrispettivo al tasso degli interessi. in parole semplici, il valore del tasso non presenterà alcuna variazione lungo tutta la durata del debito e mensilmente, la somma da versare sarà identica senza rincari e viceversa. Questo però, richiede una quota della rata complessiva assai più cara ma è il prezzo da pagare se si preferisce puntare su una soluzione più stabile e senza variabili. Se si sta pensando di acquistare la prima casa con un tasso fisso, in tal caso potrebbero presentarsi interessanti agevolazioni.

Mutuo a tasso di interesse variabile.

A differenza del precedente tasso fisso, il tasso a natura variabile sarà soggetto a variazioni nel corso dei mesi e tutto dipenderà dalla situazione finanziaria che sta a monte nonché dall’inflazione. La scelta di orientarsi verso il tasso variabile è ideale quando la realtà economica presenta una crisi finanziaria temporanea e che quindi potrebbe assicurare dei vantaggi in termini di costi. Sarà infatti possibile che si verifichino dei cali esponenziali dei costi di interesse sulla rata mensile. Ma attenzione, non è sempre tutto oro quello che luccica. Per tale motivo, potrebbe verificarsi l’esatto opposto e dover fronteggiare ad un rincaro della rata del mutuo proprio a causa dei tassi di interesse.

POSSIBILE VARIANTE DEL TASSO DI INTERESSE VARIABILE.

Il tasso variabile con CAP è una soluzione che non è da escludersi se si decide di orientare la propria scelta sulla natura variabile del tasso. In tal senso, il CAP che poi non è altro che un limite stabilito dall’istituto di credito, permetterà di decidere a priori un margine massimo di aumento dei costi che si è disposti a gestire. Questo, quindi, assicura i possibili vantaggi di improvvisi abbattimenti dei costi degli interessi e di non andare oltre il massimo stabilito a priori da contratto.

Quale conviene tra il tasso fisso ed il tasso variabile?

La regola vuole che la scelta dell’entità del tasso del proprio mutuo dipenda principalmente dagli indici di costi generali, ovvero il TAN e il TAEG. Sulla base del periodo storico, sulla situazione finanziaria e sulle percentuali degli indici, quindi, sarà facile comprendere se convenga uno o l’altro.

Non c’è quindi un più conveniente a priori, ma sarà relativo al contesto economico e tramite consulenza sarà perciò possibile valutare questo aspetto e confrontarlo con la propria e personale situazione finanziaria. Ricordiamo che la rata del mutuo non potrà mai superare un costo mensile perché dovrà sempre e comunque basarsi sull’entità del reddito del richiedente.

Conclusioni.

Prima di sottoscrivere un contratto, bisognerà valutare al meglio i tassi TAN e TAEG e rapportare questi alla propria forza finanziaria. Dopodiché sarà fattibile prendere in considerazione o il tasso fisso o quello variabile. Tutto al fine di garantirsi la miglior scelta che non pesi nel corso della durate del mutuo.